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Fulmini

  • Immagine del redattore: M.
    M.
  • 6 ott 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

La reliquia era rimasta abbandonata per poco tempo. Un ago di quella levatura dopotutto attirava l'attenzione.

Un mercante di cantaseta l'aveva raccolto - usando l'accortezza di avvolgerla con un panno inerte - e l'aveva portata nella sua villa di campagna.


Ora era solo una questione di tempo.


Nel cortile della villa, tra colonne a moda Imperiale stuccate di fresco, aleggiava l'incancellabile odore di corpi carbonizzati. I servi del mercante avevano avuto un bel daffare a pulire i resti dal giorno precedente, ma non avevano potuto cancellare le ombre di bruciato sulle mattonelle del cortile, a volte così nitide da lasciare ancora l'impressione dei corpi.

L'ago riposava su un triclino come fosse l'ospite d'onore di un banchetto. Approssimativamente della lunghezza di una spada, riluceva con un riflesso dorato.


I nuovi pretendenti subodoravano la puzza nefasta dell'aria ed erano colpiti da un giusto timor sacro. Il mercante dovette blandirli a lungo con promesse di gloria prima che un volontario si facesse avanti.


Si chiamava Clito. Aveva un corpo scolpito nel marmo ed era arrivato terzo nel lancio del giavellotto agli ultimi giochi. Quando le sue dita si avvicinarono alla cruna dell'ago, un residuo di elettricità statica danzò tra esse per un attimo. Lo prese come un segno e afferrò l'arma con convinzione.


Udibile solo alle sue orecchie, una voce entusiasta: «Allora giochiamo?»



Per un attimo si vide il contorno di una daimon nell'aria. Il volto di Clito passò da una micro espressione di stupore a un preludio di paura. Difficile capire se avesse avuto il tempo di provarla, provarla davvero; dal cielo sereno un singolo fulmine giallo lo colpì in testa, scaricandosi a terra, impalandolo. Gli altri pretendenti si coprirono il volto e si fecero piccoli.


Quando la scarica finì, Clito cadde a terra con un buco in testa laddove la scarica aveva fuso pelle e cranio. Il puzzo cheratinoso dei capelli che erano bruciati aveva rinnovato le libagioni di morte nel cortile. Il corpo stringeva ancora l'ago in mano, fuso alla pelle ma intatto. Il mercante fece segno a due schiavi con guanti di cantaseta di recuperarlo e portar via il poveraccio morto.


Nascosto da tutti gli altri, l'Invisibile strinse più forte l'elsa del suo ago.

«Il ciclo ricomincia.»


 

SCRITTOBRE è una sfida per scrittori. 31 giorni, 31 parole, un solo obbiettivo: scrivere qualcosa a tema ogni giorno.


Sto seguendo le parole votate nel gruppo telegram di Fabio Scalini.


Estratto, ambientazione e personaggi sono da un progetto per un epic fantasy con ispirazioni mediterranee che al momento è in pausa (a tempo indefinito).

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